REGIONE SARDEGNA. SI È APPENA INSEDIATO IL NUOVO CONSIGLIO REGIONALE E LA NUOVA GIUNTA. ECCO IL DISCORSO DEL PRESIDENTE PROVVISORIO DEL CONSIGLIO, IL PIÙ ANZIANO DI ETÀ DELL’ AULA, LORENZO COZZOLINO.

Di Graziella Marchi- fonte Ufficio Stampa del Consiglio Regionale

“Presidente della Regione, signore e signori membri della Giunta regionale, onorevoli signore e onorevoli signori Consiglieri regionali, è grazie alla mia età, ma solo per cinquanta giorni di differenza all’anagrafe con il collega Giuseppino Canu, che ho il grande onore di dare avvio alla diciassettesima legislatura dell’Autonomia sarda che vede per la prima volta una donna eletta come Presidente della nostra Regione.
Presidente Todde, nel congratularmi la saluto e Le auguro che il Suo mandato porti a un futuro di buon governo e prosperità per la nostra Regione.
Come consuetudine, da consigliere più anziano, prima delle elezioni del nuovo Presidente del Consiglio regionale, è mio compito pronunciare questo discorso intriso di doverosi saluti e di auspicabili indirizzi da seguire nel corso della prossima legislatura.
Porgo i miei auguri di proficuo lavoro ai nuovi consiglieri regionali e un saluto affettuoso ai colleghi che ho già avuto modo di conoscere nella quattordicesima e quindicesima legislatura. Porgo i miei saluti agli assessori regionali e alle autorità presenti.
Auspico innanzitutto una reciproca e costante collaborazione tra la Giunta regionale e questa Assemblea, con proficue interlocuzioni finalizzate a realizzare le risposte legislative necessarie per soddisfare le aspettative dei sardi e per sconfiggere così le diffidenze dei tanti cittadini che non vanno più a votare.
Ai sardi dobbiamo ridare la fiducia, un senso e un valore al diritto costituzionale di manifestare la propria volontà durante le elezioni, esprimendo il proprio voto.
Dobbiamo dimostrare che questa Assemblea è la casa della democrazia e della partecipazione.
In campagna elettorale abbiamo promesso che ci saremmo occupati di risolvere le crisi che affliggono la nostra regione, ora, per farlo, dobbiamo aprire le porte del palazzo ma soprattutto aprire le orecchie per saper ascoltare i reali bisogni e per poter costruire dopo, con razionalità, le leggi necessarie.
Umanizzare quindi l’azione del governo, ponendo la persona e i suoi intangibili valori al centro dell’assolvimento della funzione pubblica, costituirà un primo valido segnale del ritorno della politica vicina e attenta alle esigenze dei cittadini.
Noi, da questa casa, dobbiamo pensare a tutti i Sardi, a quelli residenti nell’isola e a quelli che vivono fuori dai confini regionali, in Italia, in Europa e nel resto del mondo.
In un momento storico drammatico dove, in diverse aree della terra, si è divisi e lacerati da guerre e conflitti, noi dobbiamo trasmettere i valori autentici della sardità che vogliono un popolo unito nel perseguire un solo fine: la pace tra i popoli.
È questa la politica che auspico, fatta di un confronto leale e propositivo tra le parti che hanno a cuore il solo fine del bene collettivo.
I Sardi attendono, Presidente, una amministrazione regionale che, custodendo e rivendicando la sua specialità, sappia affrontare con coraggio i problemi e le aspettative della Sardegna, anche sotto il profilo giuridico e che s’impegni per trasformare la condizione attualmente sfavorevole dell’insularità in una risorsa di positiva opportunità.
Inoltre l’attuale maggioranza di governo regionale, visto il dramma economico e sociale che attanaglia l’isola, deve promuovere azioni tese a cementare la necessaria coesione tra le persone, i territori e le istituzioni, privilegiando la ricerca del bene comune, a partire dall’attenzione per chi soffre maggiormente.
Occorre dare fiducia ai nostri giovani.
Hanno tante doti e capacità che noi adulti, purtroppo, non sappiamo riconoscere e valorizzare.
Non dobbiamo considerarli come soggetti passivi, ma veri protagonisti della propria crescita in un autentico rapporto educativo: sono loro il nostro futuro.
Preoccupa la crescente realtà della nuova emigrazione, in particolare quella giovanile.
Ne deriva inevitabilmente un calo di presenze attive nell’organizzazione del lavoro e l’impoverimento, non solo demografico, dell’isola, soprattutto delle zone interne.
È comunque importante considerare che, se da un lato l’emigrazione è conseguenza di una realtà sociale incapace di valorizzare le potenzialità dei giovani, dall’altra parte non è corretto scoraggiare, a priori, una fisiologica mobilità per studio e opportunità di carriera, perché si tratta di scelte fatte in piena libertà.
È urgente avviare da subito un confronto con il Governo nazionale sui temi dell’Autonomia differenziata e sul principio d’insularità.
Sono questioni troppo importanti che rischiano di penalizzare ulteriormente il divario economico, già pesante, tra la nostra regione e il resto del Paese.
Con l’Unione europea dobbiamo riprendere le storiche battaglie autonomistiche.
Grandi sono le sfide che ci attendono:
sanità, è assurdo assistere alla carenza di medici di base in tutte le zone interne della Sardegna, agli ospedali del territorio abbandonati, a liste di attesa infinite, a pazienti costretti ad emigrare per curarsi;
lavoro, in tutti settori della vita amministrativa, compreso quello sanitario, bisogna dare risposta al fabbisogno di personale, attraverso lo scorrimento delle graduatorie e l’indizione di nuovi concorsi;
agricoltura e pastorizia, dobbiamo ascoltare e risolvere i problemi di questo comparto vitale per la nostra economia. Un popolo, quello delle campagne, che negli ultimi anni ha dovuto attuare forme di protesta estreme per rivendicare e farsi riconoscere l’essenziale per continuare a lavorare e a produrre. Un comparto, quello agro pastorale, che sarà il primo a scontare le conseguenze nefaste di una stagione estiva che si presenta, secondo le previsioni, con temperature altissime, poca acqua e con la mannaia distruttiva delle cavallette e degli incendi;
trasporti, oggi è impossibile muoversi da e per la Sardegna e anche dentro la nostra regione treni e strade non garantiscono tempi e sicurezza nella mobilità;
ambiente, va rafforzata la sua tutela attraverso la riorganizzazione e il potenziamento delle strutture preposte alla salvaguardia ambientale come il Corpo Forestale regionale, l’Agenzia Forestas e la Protezione Civile;
energia, va promosso lo sviluppo delle fonti di energia alternativa contemperando le esigenze di tutela del paesaggio e del territorio, ma soprattutto è indispensabile il coinvolgimento delle comunità locali destinatarie della localizzazione degli impianti;
turismo, dobbiamo pensare alla promozione moderna dell’offerta turistica puntando sulla valorizzazione del nostro patrimonio naturale culturale e storico che devono diventare veri attrattori multi stagionali.
Questo è il compito che ci attende, e per quanto difficile possa apparire, a esso dobbiamo dedicarci con tutte le nostre forze per creare fiducia nel domani e nei giovani e offrire migliori condizioni per una serena e pacifica convivenza del nostro popolo.
Auguro a tutti buon lavoro”.