I profughi ucraini hanno un problema con i nostri virologi: sono No Vax per religione. L’italiano questa volta è solidale.

L’accoglienza è di competenza delle Regioni e nel Lazio D’Amato, Assessore alla Sanità si allarma: “Motivi religiosi. Subito un coordinamento a livello europeo!”. Stanno per arrivare milioni di profughi non vaccinati.

“Gli ucraini si devono vaccinare. Devono farlo in primo luogo per salvaguardare la loro salute, ma anche per rispetto di tutta la comunità”. Così ha detto Alessio D’Amato, che sul finire della pandemia, dopo aver raggiunto quota 13 milioni di somministrazioni coprendo il 90% di popolazione laziale, ora ha davanti un incubo più grande. Per Bassetti ci sarà il rischio di una nuova ondata. Stanno infatti arrivando milioni di profughi in Europa, e i primi esodi coinvolgono già le nostre città, alcune diventate destinazione obbligatoria di molti ucraini ospitati dai parenti residenti in Italia. Sono in 11.000, arrivati in Italia dall’inizio della guerra. Questa volta non si tratta di no vax anti sistema, come il sistema ama definire i non vaccinati. Si tratta invece di no vax ortodossi, che rifiutano il vaccino per religione. Convincerli non sarà facile, visto che probabilmente non vedranno le nostre televisioni, e se le guarderanno, non capiranno la lingua. Quindi è impossibile basare la campagna vaccinale sul “bombardamento” mediatico. Di bombe, bastano già quelle vere. E allora come si fa? Perché qualcosa bisogna fare, prima che gli italiani non vaccinati si mettano davanti al pallottoliere a contare i due pesi e le due misure. Anche agli ucraini verrà proibito di lavorare senza super green pass? “Per loro niente certificato verde”, dice Sileri. Al lavoro sono stati abilitati fin da subito, all’obbligo vaccinale non si sa (ma intanto entrano in Italia) e, poiché si chiamano profughi prima di no vax, potranno ottenere contratti di lavoro o abilitazione immediata a un lavoro autonomo (è notizia di ieri). Non solo urge un lavoro: è urgente anche trovare una casa. Mica si può vivere nei container come fanno i nostri terremotati! L’orrore delle macerie non è uguale, le colpe sono diverse.

Probabilmente oltre ai centri di accoglienza, anche abitazioni e seconde case degli italiani dovranno essere disponibili. Gli italiani, se non si vaccinano perdono il lavoro e tra poco potrebbero, tra bollette triplicate e riforma del catasto non averla più, una casa. I profughi, se non si vaccinano possono lavorare e hanno un alloggio? Lo scontro sociale, se qualcuno lo voleva, potrebbe essere vicino. Dipenderà molto dalla comunicazione. Intanto è emergenza, ma non più sanitaria. L’emergenza sanitaria tra l’altro al 31 di marzo finisce, anche se l’obbligo vaccinale per i cinquantenni resta: un accanimento teraputico! Eppure, l’odio sociale non servirà, se non a estinguersi tra poveri. Come fare?

La solidarietà potrebbe essere la porta verso un aiuto reciproco, poiché ormai è chiaro che siamo tutti nella stessa barca, tritati dentro a un sistema strozza popoli. C’è un nemico occulto in comune: il potere; colui che agisce affinché i popoli restino divisi, in stato di bisogno perenne e di paura. Il bisogno fa tradire, la paura non fa più pensare. Ma agli ucraini, 28 euro al giorno e il diritto allo studio? Se non fossimo in guerra verrebbe da pensare, più che a un piano di distruzione di massa, a un piano di distruzione degli italiani. Chè se prima girava gente sana pronta a infettare e italiana, adesso?

Adesso, a fine pandemia, i vax non devono più aver paura dei no vax perché sono in troppi e non più italiani: Se i provax dovessero perseverare nella caccia al novax, allora dovrebbero resettare la ritrovata solidarietà, e riappropriarsi della naturale cattiveria, da scagliare con la stessa foga che hanno riservato ai propri connazionali nell’arco di due anni (convinti dalle polemiche scatenate in televisione dalle starlette della sanità)! Roba che, se solo i pro vax ci riprovassero, con gli ucraini (ma gli italians questa volta sbandierano al confine), riceverebbero pallottole pacifiste nel di dietro: mica per niente si cacciano milioni di euro per armare ortodossi! Se poi questi sapessero di avere davanti, sì no vax, ma bollati, a loro insaputa, come filo putiniani, allora lo scontro sarebbe totale! Sulla bilancia, non si sa quale delle tre fazioni che dovesse farsi la guerra, sarebbe la peggiore, visto che l’assessore laziale ci fa sapere, attraverso un articolo uscito ieri su un giornale nazionale, che gli ucraini vanno urgentemente monitorati perché al problema del covid si aggiunge un altro problema: loro vengono dal paese con il più alto tasso al mondo di tubercolosi e l’anno scorso in una città c’è stato un focolaio di poliomielite. Zaia, in Veneto, ci dice che c’è un modulo da compilare per dare lavoro e casa agli ucraini. Vedo già battaglie stagliarsi all’orizzonte, al grido di “Siamo fuori di testa, ma diversi da loro”

E’ tutto sotto controllo, assessori regionali. A confrontarsi con l’emergenza sanitaria, anche se è un gioco dove si resta un pò indietro, ci si fa il callo. Noi invece dovremo confrontarci con la nostalgia. Era meglio quando stavamo peggio, nel lazzaretto, nel ghetto, intubati a letto. Ridateci la banda Bassotti, gasata e armata di aghi e parole, in prima fila al fantafestival, a farci credere che l’inverno sarebbe finito presto, con grano, benzina, gas e quarta dose ai fragili, ben isolati dalla società così sana e organizzata.

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