Allenamento prima di entrare in scena: le ultime tecniche dei Vocal Coach raccontate a Noi italia da due esperti milanesi che seguono i cantanti del Festival
Il Festival di Sanremo non è solo il Festival della canzone italiana, ma è anche un luogo che riunisce tante figure professionali legate al mondo artistico. Tra queste spiccano certamente gli “addetti alla voce”, ovvero quei professionisti che seguono i cantanti nella loro preparazione vocale.
Con noi oggi abbiamo Marco Volpato e Daniela Bertazzoli, due vocal coach che seguono in prima linea alcuni artisti.
di Tiziana Pavone
Dietro ogni grande voce c’è sempre un grande team.
E’ il caso della figura professionale del vocal coach che sta prendendo piede negli ultimi anni. Abbiamo deciso di intervistare due vocal coach presenti al Festival di Sanremo 2022 che seguono diversi artisti: Marco Volpato e Daniela Bertazzoli.
Quanto è importante il ruolo del vocal coach per un cantante che deve sostenere la performance sanremese?
(MV) Marco Volpato: Sicuramente il ruolo del vocal coach è un elemento importantissimo per l’artista, in particolar modo in un’esibizione importante come quella che è il Festival di Sanremo, infatti si occupa di allenare la voce con metodologie sempre più all’avanguardia. Tuttavia oggi ritengo che il vocal coach non possa più limitarsi ad una mera attività tecnica. Ed è per questo che ho pensato ad un nuovo termine che possa meglio definirne le varie applicazioni, ovvero quella del voice consultant. Nel concreto ci occupiamo contemporaneamente della sfera vocale e di tutti quegli aspetti che lo influenzano. Oggi non basta saper cantare bene, quello che importa davvero è saper comunicare, far arrivare un messaggio a chi ascolta e riuscire ad emozionarlo. Non a caso, la Callas disse che “cantare bene è quando si prova un’emozione, la si manda al pubblico che la riceve e la prova anche lui e te la rimanda e la senti tornare; e allora pensi che hai cantato bene”.
Cosa ne pensi di come hanno cantato gli artisti in gara?
(DB) Daniela Bertazzoli: Quello che apprezzo di questa 72^ edizione è la freschezza che ho percepito insieme ad una bella energia. Si sa che cantare sul palco dell’Ariston è sicuramente una grande emozione per i cantanti italiani e che quindi le imprecisioni non devono essere considerate in modo del tutto negativo. Quest’anno ci sono state delle belle conferme, penso ad esempio alla voce de La rappresentante di lista, ed alcune nuove interessanti scoperte che ci fanno ben sperare. Senza dimenticare ovviamente le grandi voci del passato che ancora oggi fanno scuola, come quelle di Morandi, Zanicchi e Ranieri. Ma un’artista in particolare mi ha davvero emozionata per le sue qualità di voce, interpretazione, presenza scenica, gestualità e capacità di comunicare, ed è la voce di Elisa.
Un aspetto interessante che ho constatato è che il pubblico stesso ormai è consapevole di quali artisti sono seguiti o meno a livello vocale.
Cos’è più importante in una canzone, il testo o la musica?
(MV): Questa è una domanda davvero interessante. La disciplina dei linguaggi musicali, in questo senso, non ha dubbi: la parola può agire come interferenza esteticamente negativa nella canzone. E’ infatti risaputo, all’interno della critica musicale, che è molto più difficile che una canzone non piaccia perché la musica è effettivamente brutta, ma può non piacere per il testo che esprime. Le parole pertanto diventano fondamentali per veicolare il messaggio. Io personalmente mi trovo in pieno accordo con questo pensiero e mi sento di esortare gli emergenti a leggere quanto più possibile e di alimentarsi di parole per poterle fare proprie. Molti autori di canzoni, ad esempio, si segnano le parole più interessanti che trovano leggendo, per poi poterle a loro volta immergere al servizio di una nuova canzone.
Come si riconosce un bravo vocal coach?
Sicuramente un bravo vocal coach deve essere anche un bravo cantante; deve aver fatto pratica in prima persona di quante più situazioni possibili legate al mondo della voce: live, registrazioni in studio, cori e alle difficoltà incontrate. Questo perché l’esperienza è il valore aggiunto alla competenza. Bisogna poi tenersi costantemente in aggiornamento con le nuove tecniche, strumenti e rimanere sempre con le orecchie tese alle novità. Deve essere una persona empatica, senza essere invadente e mettere la salute psico fisica dell’artista al primo posto. Altro aspetto fondamentale è quello di rendere l’artista il più autonomo possibile e portarlo a raggiungere risultati concreti in tempi moderati. Tuttavia ciò che ritengo essere l’aspetto più importante per un vocal coach è quello di non aver scelto questo mestiere come ripiego di un’attività artistica non andata in porto e di non soffrire quindi di smanie di protagonismo o di soffrire per il proprio insuccesso. Questo perché il loro successo è il nostro.
(foto di Alina Brag)